IL PROGETTO :
Prima di parlare di un progetto concreto di scuola calcio, bisogna analizzare alcuni cambiamenti fondamentali che ci vengono propinati dalla società attuale.
I bambini ed i ragazzi d’oggi non hanno molti spazi liberi in cui giocare (quali strade, prati, ecc...) e là dove tali spazi sono garantiti, il tempo libero a loro disposizione è sempre minore, visti i molteplici impegni in attività nelle quali il movimento è una componente marginale.
A questo và aggiunto che, in seguito allo sviluppo della tecnologia, della tv, del computer, della play station e di tanti altri giochi moderni, i bambini sono sempre più invitati a vivere tra le mura domestiche in modo assolutamente statico.
Si consideri inoltre il fatto che un ragazzo trascorre gran parte della giornata in una scuola in cui il movimento assume un ruolo marginale nel percorso formativo dei giovani. Il sistema scolastico italiano non prevede, infatti, la presenza, a livello di scuola elementare, di un insegnante di educazione fisica specializzato deputato all’insegnamento dell’attività motoria (cosa che avviene per altre materie, come la lingua straniera e la religione cattolica, ad esempio). Ne consegue che spesso ci si debba affidare alla buona volontà dei maestri e che talvolta l’attività motoria sia vista come un momento di svago o di rilassamento fra un’attività cognitiva e l’altra invece che come momento di crescita motoria e personale.
In conclusione, si può affermare che una società sportiva che si definisca tale debba avere, oltre ad una valenza sociale, anche un ruolo fondamentale nell’educazione dei ragazzi.
L'ORGANIZZAZIONE :
Per riuscire ad organizzare al meglio una scuola calcio funzionale è indispensabile avere a disposizione il più elevato numero di tecnici da destinare in base al numero degli iscritti alle varie categorie, considerando che più piccoli sono i bambini, più alto deve essere il numero di tecnici a loro disposizione.
Ogni allenatore ha il dovere (verso il bambino) di arrivare al campo con un programma giornaliero preparato anticipatamente, senza improvvisare nulla. Tale allenamento deve scaturire da una programmazione annuale ben precisa, che segua le indicazioni e gli obiettivi fissati ad inizio stagione con il Responsabile tecnico della scuola.
Un aspetto fondamentale, ma spesso dimenticato o trascurato, riguarda la figura del “mister”, il quale deve essere prima di tutto un EDUCATORE, un maestro di vita, un modello da seguire nei comportamenti e nel modo di atteggiarsi allo sport, sia nella vittoria, ma soprattutto nella sconfitta.
Qualsiasi sia l’obiettivo prefissato, sia esso tecnico, motorio o tattico, deve essere solo e sempre attraverso il gioco.
Oltre ai tecnici, sarà a disposizione della società un allenatore adibito alla preparazione tecnica del ruolo del portiere, un massaggiatore, un ortopedico ed uno psicologo.
A tutti i tesserati, genitori compresi, sarà fatto firmare un Codice Etico nel quale saranno indicati i modi comportamentali da seguire nel corso dell’anno.
LETTERA AI GENITORI :
Come già anticipato in varie occasioni, quest’anno è nata, dalla volontà di un gruppo di appassionati cittadini bogliaschini, la società Football Club Bogliasco che ha deciso di investire tempo e risorse in un progetto che riguarda il settore giovanile.
Ci sembra quindi corretto portarVi a conoscenza di quei principi che la Società intende portare avanti attraverso i suoi allenatori e dirigenti, affinché possiate condividerli, creando una coerenza educativa da parte di tutte le figure che gravitano attorno al bambino.
L’attività sportiva è uno dei mezzi migliori per aiutare il proprio figlio a maturare e a crescere, in quanto lo sport spinge il giovane:
- ad impegnarsi,
- a cercare di migliorarsi,
- a mettersi continuamente alla prova,
- a stringere rapporti sociali,
- a comprendere il sacrificio e l’umiltà,
- ad assumersi delle responsabilità,
- a divenire membro di una collettività nella quale vigono diritti e doveri.
Il ragazzo che sceglie di impegnarsi in uno sport merita rispetto e stima da parte dei genitori, che devono cercare di spronarlo ed incoraggiarlo nello svolgimento di tale attività, ma soprattutto capire e fargli comprendere, che lo sport è prima di ogni cosa divertimento e voglia di stare insieme, senza nutrire gelosie inutili o false ambizioni che, il più delle volte, sono di ostacolo e non di aiuto al giovane.
CODICE ETICO :
- Stimolare e incoraggiare la pratica sportiva lasciando che la scelta dell’attività sia fatta dal bambino.
- Instaurare un giusto rapporto con l’allenatore per fare in modo che al bambino arrivino sempre segnali coerenti dagli adulti di riferimento.
- Lasciare il bambino libero di esprimersi in allenamento ed in gara (è anche un modo di educarlo all’autonomia).
- Evitare di esprimere giudizi sui suoi compagni o di fare paragoni con essi: è una delle cose più antipatiche che si possono verificare, sia per i piccoli che per i grandi.
- Evitare rimproveri a fine gara. Dimostrarsi invece interessati a come vive i vari momenti della gara ed eventualmente evidenziare i miglioramenti.
- Aiutarlo a porsi obiettivi realistici e aspettative adeguate alle proprie possibilità.
- Offrire molte opportunità per un’educazione sportiva globale, attraverso il rispetto delle regole, degli impegni, delle priorità, dei propri indumenti, degli orari, dei compagni, dell’igiene personale. Il genitore deve concorrere al raggiungimento di questi obiettivi con l’allenatore.
- Far sentire la sua presenza nei momenti di difficoltà sdrammatizzando, incoraggiando, evidenziando gli aspetti positivi. In ogni caso salvaguardando il benessere psicologico del bambino.
- Avere un atteggiamento positivo ed equilibrato in rapporto al risultato. Saper perdere è molto più difficile ed importante che saper vincere. Nello sport, come nella vita, non ci sono solo vittorie e dopo una caduta bisogna sapersi rialzare.
- Tener conto che l’attività viene svolta da un bambino e non da un adulto.
- Cercare di non decidere troppo per lui.
- Cercare di non interferire con l’allenatore nelle scelte tecniche, evitando anche di dare giudizi in pubblico sullo stesso (in caso di atteggiamenti ritenuti gravi, rivolgersi in Società).
- Cercare di non rimarcare troppo al bambino una partita mal giocata, evitando di generare in lui ansia da prestazione.
- Incitare sempre il bambino a migliorarsi facendogli capire che l’impegno agli allenamenti in futuro premierà.
- Abituare il bambino a farsi la doccia, a legarsi le scarpe da solo, a portare egli stesso la borsa al campo sia all’arrivo che all’uscita, ad essere responsabile delle proprie cose e dei propri indumenti (rendendolo progressivamente autosufficiente).
- Cercare di non entrare nel recinto di gioco e nello spogliatoio.
- Durante le partite cercare di controllarsi. Un tifo eccessivo è diseducativo sia per i bambini che per l’immagine della società nei confronti dell’esterno.
- Cercare di ascoltare il bambino e vedere se quando torna a casa dopo un allenamento o una partita è felice.
- Ricordarsi che i compagni e gli avversari del proprio bambino sono anche loro bambini e che, pertanto, vanno rispettati quanto lui e mai offesi.
- Rispettare l’arbitro e non offenderlo. Molto spesso gli arbitri sono dei dirigenti e anche loro genitori che stanno aiutando il calcio giovanile. Tutti possono sbagliare... Cerchiamo di non perdere la pazienza!